mercoledì 25 novembre 2015

Palermo islamica, descritta da tale Ibn Hawqal

Della Palermo in periodo islamico non è rimasto quasi nulla. Quello che oggi si vede (ed è tanto) è del periodo normanno quando ancora gli islamici erano ancora molto numerosi.
Però ogni tanto si legge qualche racconto dell'epoca. Uno di questi è di un tale Ibn Hawqual (di Bagdad) che si trovava in visita e che sul numero molto elevato delle moschee in città ebbe a commentare che le stesse erano forse molto numerose perchè, secondo la sua impressione, i palermitani del tempo, per motivi di prestigio, si compiacevano di costruirne per usi quasi privati. Alcune moschee, secondo la sua descrizione, erano talmente vicine che non c'era alcuna pratica giustificazione.
Quando i normanni occuparono Palermo era infine rimasto un solo vescovo cristiano (Nicodemo, leggi a parte).

particolare di San Giovanni degli Eremiti

Il cronista osservava però molte altre cose e contestava facilmente gli abitanti e le loro abitudini (aggiungendo che forse non ci tenevano tantissimo alla pulizia ecc).

ortaggi e verdure al mercato della Vucciria

La critica era perfino sugli aspetti alimentari. A parte il fatto che erano costretti a bere spesso acqua di pozzo, i palermitani dell'epoca amavano molto le cipolle (tanto da mangiarne più volte al giorno) e ciò secondo lui aveva anche degli effetti psicologici. Comunque ci sembra che, ai giorni nostri, ci siano residue evidenze di quest'antico amore nel c.d. sfincione (negli ingredienti ci sono anche le cipolle) e in poche altre specialità locali.

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Per saperne di più si può leggere anche il volume di Amedeo Faniello "Sotto il segno del Leone"

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