giovedì 17 marzo 2016

A proposito dei saraceni in Sicilia e a Lucera

In questi giorni presso l'Università di Foggia si è svolto un incontro per ricordare gli scritti dello studioso viterbese Pietro Egidi (1872-1929 ) relativamente alla colonia saracena di Lucera.


Egidi si occupò dell'antica colonia saracena e della sua distruzione negli anni precedenti la prima guerra mondiale.
Facendo un piccolo passo indietro il problema dei saraceni di Sicilia si pose poco dopo la conquista normanna della grande isola mediterranea. Per molto tempo la monetazione in Sicilia continuò perfino ad essere molto simile ai tipi arabi.
In tempi relativamente brevi gli islamici siciliani furono indotti a raggrupparsi in alcune zone a sud e ad occidente di Palermo. Nel contempo i sovrani facilitarono insediamenti di lombardi, altri italiani, catalani ecc. in varie parti dell'isola.
Comunque, dati i nuovi scenari, furono molti gli islamici che si sistemarono nella zona di Mazara, nella Valle del Belice ecc. Su tali insediamenti non è mai mancato l'interesse degli storici e degli archeologi. 
atti di un convegno svoltosi a Montevago nel 1990


un libro del prof Maurici

Anche se diversi islamici continuarono a collaborare con i regnanti ed anche a inserirsi in speciali contigenti militari, all'epoca dell'imperatore svevo Federico II fu deciso, anche per evitare alcune inquietudini, di creare delle colonie saracene più a nord e principalmente a Lucera (ora in provincia di Foggia). Gli ultimi punti di resistenza islamica furono a Iato, ad Entella e a Calathamet.  Nel contesto non mancarono anche islamici che preferirono imbarcarsi in direzione delle coste africane.


il castello svevo-angioino che fu costruito a Lucera per presidio
foto wikipedia-Rg2550

La "Luceria Sarracenorum" (Lūshīra) durò per circa 80 anni e all'inizio i residenti ebbero alcune garanzie. Ma in epoca angioina le cose si modificarono molto progressivamente finchè Giovanni Pipino, su ordine di Carlo II d'Angiò, distrusse l'insediamento nell'agosto del 1300. 


vecchia foto del castello di Lucera


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domenica 13 marzo 2016

Lucrezia Borgia reggente a Spoleto e Foligno

All'inizio dell'agosto del 1499, Alfonso d'Aragona che da poco aveva sposato Lucrezia Borgia (figlia di Alessandro VI) temendo che a Roma fossero in corso delle trame politiche che potevano danneggiarlo, si allontanò da Roma. 
Forse per distrarre la giovane sposa (all'epoca incinta) il padre decise quindi di inviarla in missione a Spoleto e Foligno.
Prima di arrivare nella rocca spoletina, il corteo sostò brevemente ad Acquasparta in quello che all'epoca era il castello di Porcaria e dove oggi c'è la frazione di Portaria che ricorda spesso l'evento. Alcuni ipotizzano che Lucrezia abbia fatto anche una brevissima tappa nel Palazzo Mazzancolli di Terni (ora sede dell'Archivio di Stato).

la pro-loco di Portaria organizza ogni maggio un evento commemorativo


antico angolo dell'abitato di Portaria-vecchia foto


la rocca Albornoz di Spoleto dove Lucrezia Borgia ebbe breve residenza nel 1499
foto Reame- wikipedia

Lucrezia era incinta di sei mesi quindi fece il viaggio, all'inizio a cavallo, principalmente in una lettiga. Aveva un discreto seguito e diversi muli trasportavano quanto reputato necessario.
L'escursione estiva è ricordata anche da alcuni versi del poeta Giovanni Marrades Labronio:
Sulla strada per Spoleto bruciante
Sotto il sole d'agosto lentamente
Cavalcava Lucrezia nel mezzo di un fulgido corteo
Di preti e di gentiluomini
La fulva bellezza della sua ridondante chioma
Faceva ombra al brillio dei suoi occhi semichiusi
........
Arrivata finalmente a Spoleto la giovanissima nobildonna ovviamente si insediò nel castello dove ricevette i diversi notabili ed amministrò un po' il territorio (alcune carte della sua reggenza sono ancora conservate). A Foligno nominò un suo rappresentante.
Supponiamo che, fra gli ambienti della Rocca, la reggente si sia soffermata anche nella bella camera pinta.
Il 9 settembre finalmente incontrò il marito e, qualche settimana dopo, rientrò a Roma dove partorì il figlio Rodrigo.

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giovedì 4 febbraio 2016

Memorie della battaglia di Montaperti

Nel settembre 1260 si svolse la celebre battaglia di Montaperti fra senesi (ghibellini) e fiorentini (guelfi). Per la cronaca il sanguinoso scontro avvenne tra la confluenza dell'Arbia col Malena, la torre di Monselvoli e il castello di Montaperti.



Sono passati diversi secoli ma ogni tanto capita che l'antica vicenda venga ricordata.
Ad esempio nel duomo di Siena in qualche occasione è possibile vedere le antenne lignee che erano poste nel carroccio dei fiorentini sconfitti. All'epoca tali legni furono infatti incastonati fra le colonne della chiesa.
Per l'illustrazione di questi ed altri documenti della celebre battaglia, dal 6 febbraio 2016 si attiverà anche un'associazione senese.


 una delle antenne dell'antico carroccio di battaglia, foto  Opera Laboratori Fiorentini – Gruppo Civita. Nella chiesa è interessante anche il dipinto " La Madonna dagli occhi grossi" che probabilmente era sull'altare senese nel momento dello scontro


Comunque non è la sola iniziativa che ricorda quel lontano evento. Proprio a Monteaperti si svolge periodicamente una manifestazione.

locandina della manifestazione di Montaperti (nel luogo della battaglia nell'ottocento fu anche costruita una piramide)

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martedì 26 gennaio 2016

Palermo, Nicodemo ultimo vescovo del periodo islamico

Può darsi che in Sicilia ce ne fossero altri, ma subito dopo la conquista della Palermo islamica ( nel 1072) i combattenti normanni capeggiati da Roberto il Guiscardo trovarono a Palermo un solo "timido" vescovo cristiano. Si trattava di tale Nicodemo che a quanto sembra officiava- secondo i criteri della Chiesa di Costantinopoli- in una piccola chiesetta fra Palermo e Monreale. Secondo alcune cronache tale vescovo stava: " ..ab impiis dejectus in paupere Ecclesia S.Cyriacae.."
Dopo quasi due secoli di dominazione islamica erano rimasti ben pochi residui della presenza cristiana e, se c'erano, questi ovviamente erano spesso di rito bizantino e non romano.
In più i cristiani rimasti erano ovviamente più numerosi nella Sicilia orientale in quanto la dominazione islamica arrivò molto più tardi nella parte est dell'Isola. Gli arabi ci misero infatti un bel po' a conquistare Siracusa e l'ultimo baluardo di Taormina fu espugnato nel 906 (e pare che in quell'occasione fu decapitato il vescovo locale). Furono poi complicatissime le vicende di una cittadina come Rometta.
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A parte queste curiosità, la cultura bizantina nella parte orientale della Sicilia fu persistente per molto tempo e ne sono rimaste anche alcune evidenze artistiche.

affresco in stile bizantino a Siracusa (cripta di San Marziano)
foto di Susanna Valpreda che ha curato il volume
Sikelia- in Sicilia orientale nel periodo bizantino (approfondimenti)


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due frammenti di vecchi libri sulla chiesa di Nicodemo(comunque a quanto risulta il vescovo fu presto invitato a celebrare messa nell'antica cattedrale di Palermo che per molto tempo era stata utilizzata come moschea); di seguito proponiamo invece un link 




martedì 19 gennaio 2016

Emirato di Bari, pochi documenti

Per diversi anni (dall'anno 847 all'anno 871) Bari fu sede di un emirato che, per la sua situazione, inizialmente non fu riconosciuto dai potentati islamici. 
Fra l'altro tutto iniziò quasi casualmente.  C'erano delle discordie fra i signori locali e alcuni di questi chiamarono in loro aiuto dei mercenari islamici, che approfittarono di un momento di confusione per impadronirsi della città.
La vicenda è raccontata anche da Michele Amari nel suo famoso studio intitolato "Storia dei musulmani di Sicilia":
Radelchi...(omissis), per Pandone gastaldo di Bari, fe' chiamare un di que' condottieri per nome Khalfûn, uom berbero, liberto della tribù araba di Rebi'; le cui genti Pandone fe' accampar lungo la marina e sotto le mura. E una notte i Baresi, che abbastanza non se ne guardavano, videro saltare in città quelle frotte scalze, mezzo ignude, male armati e i più di sole canne, scrissero i Cristiani maravigliati di quelle lor lance, di canne indiane, sottili e salde come d'acciaro. Saccheggiarono; uccisero chi resistea: Pandone tra gli altri fu gittato in mare, perchè volea parlare sopra il diritto delle genti. Radelchi, non potendo far altro, li lasciò padroni di Bari...

Non si sa moltissimo di come andarono le cose a Bari durante tale occupazione. Però non manca qualche testo informativo.



Le poche fonti, in genere di ambiente islamico, sono spesso sintetiche ecc.. Qualche scarna notizia è stata pure tramandata dalla comunità ebraica di Oria (nel brindisino) che, all'epoca, era forse uno dei pochi luoghi dove si scriveva. 


vecchia foto: Oria, porta degli ebrei. 
Nella città ci fu un'importate comunità già all'inizio del medioevo e
 vi nacque nel 913 circa anche lo studioso Donnolo da Oria 

Poco altro è accennato in conseguenza di occasionali relazioni che gli islamici ebbero a Salerno. Sicuramente sono rimaste informazioni sulle aggressive escursioni degli islamici in molti luoghi circostanti (inclusa la citata Oria). 


l'imperatore Ludovico II in antico disegno (fonte wikipedia)

Tuttavia, qualche tempo dopo, l'imperatore Ludovico II riuscì, con le forze disponibili nell'area, ad organizzare una coalizione contro gli islamici di Bari. Finalmente nel febbraio dell'871 la cittadella fu espugnata e l'ultimo emiro (Sawdan) fu catturato e portato in catene a Benevento.
Spesso si tratta di notizie di varia provenienza che compongono un mosaico. Qualche informazione sul contestuale attacco navale risulta pure da alcuni testi all'epoca scritti nella lontana abbazia di San Bertino in Francia.  


Fra le pagine viste sull'argomento ne segnaliamo alcune:
Quando Bari era un emirato
Bari e Bagdad
Fra le pubblicazioni sono in genere citati i seguenti libri: L'Emirato di Bari 847-871, di Giosuè Musca e Il fiore sulla muraglia. Sawdan l'emiro di Bari di Francesco P. Percoco (quest'ultimo dedicato a una vicenda un po' romanzata). Tuttavia ci sono altri testi e articoli sono inseriti in pubblicazioni più ampie.



lunedì 11 gennaio 2016

Una terrazza, Michelangelo, Vittoria Colonna e un club

A pochi passi dal Quirinale è ubicata la chiesa di San Silvestro dove i visitatori possono arrivare ad una terrazza e alla facciata di un antico oratorio.


foto alpav (l'oratorio in antico aveva forse funzioni cimiteriali).

In questi luoghi pare si incontrassero il grande Michelangelo, Vittoria Colonna e saltuariamente altri amici.
La marchesa di Pescara all'epoca soggiornava spesso nell'antico convento che era qui funzionante.
Nel 1538-1539 nella chiesa (a quei tempi spesso denominata San Silvestro al Monte Cavallo), fra l'altro, fece diverse predicazioni il senese Lancelloto Politi (Ambrogio Catarino Politi, teologo e giurista).

Vittoria Colonna in un dipinto di Sebastiano del Piombo, conservato nel Museo Nazionale della Catalogna (foto wikipedia).  A Londra è conservata un bel disegno che Michelangelo donò alla nobildonna.

Diverse persone di questo club erano collegate al cardinale inglese Reginald Pole (che fu anche l'ultimo vescovo cattolico di Canterbury) che, in quel periodo, stava parecchio in Italia e aveva fondato a Viterbo un movimento denominato Ecclesia Viterbiensis. A tale movimento avevano aderito anche alcuni individui che poco prima erano stati vicini alle posizioni di Juan de Valdés. 
Vittoria Colonna ebbe alcuni contatti con il cardinale Pole anche quando soggiornò brevemente a Viterbo in un convento.


frontespizio di antico volume del cardinale Pole

Il gruppo voleva trovare una diversa via per confrontarsi con i luterani ma simili progetti non andarono a buon fine. Lo stesso cardinale Pole, a quanto sembra, fu nella rosa dei papabili dopo la morte di Paolo III, ma in quel conclave fu poi eletto il cardinale Giovanni Maria Ciocchi del Monte (Giulio III). 
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uno dei testi di Marcantonio Flaminio

Altri personaggi che gravitarono un po' intorno al gruppo furono Giulia Gonzaga e Marcantonio Flaminio.

approfondimenti:
chiesa San Silvestro al Quirinale
il circolo degli spirituali di Viterbo
Vittoria Colonna a Viterbo
la Pietà di Michelangelo per Vittoria Colonna



Vasto (Chieti) resti della facciata della chiesa di San Pietro. Nella cittadina abruzzese c'è ancora memoria della nobildonna. Ogni anno anche il matrimonio fra Vittoria Colonna e Ferrante d'Avalos viene ricordato ad Ischia e Vasto con piccoli ma simpatici cortei in costume

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giovedì 7 gennaio 2016

I Re Magi a Milano e in Germania


Nell'antica chiesa milanese di San'Eustorgio c'è una cappella dedicata ai famosi Re Magi e in occasione dell'Epifania vi si svolge una piccola cerimonia.
Simili festeggiamenti non mancano tuttavia anche in altre città italiane (qualche volta pure a Napoli).

 vecchia foto della Basilica di Sant'Eustorgio


Secondo una tradizione in San'Eustorgio erano sepolte le spoglie dei Magi che inizialmente la madre (Elena) dell'imperatore aveva fatto conservare a Costantinopoli per essere, poco dopo, destinate alla chiesa milanese. 
In epoca medievale, ai tempi di Federico I Barbarossa, le reliquie furono trasferite a Colonia e solo molto dopo, all'inizio del XX secolo, una piccolissima parte rientrò a Milano.
La parte più importante dei resti dei Magi è conservata in un preziosissimo sarcofago nel Duomo di Colonia che si possono vedere anche nella scheda del Koelner Dom.  
Nella cappella in Sant'Eusborgio c'è comunque un bel lavoro scultoreo di uno dei maestri campionesi che lavorarono in Lombardia.

 foto di Giovanni dell'Orto (wikipedia)


per approfondimenti sulla tradizione milanese leggasi:
 la strana storia dei Re Magi a Milano


La tradizione dei Re Magi è comunque abbastanza viva anche nei paesi di lingua tedesca e, in tempi passati, erano moltissimi i pellegrini che si recavano a Colonia per vedere il citato sarcofago.

In alcune piccole città, fra l'altro, i bambini si vestono in modo particolare e vanno a visitare le case dei vicini. Sono chiamati "i cantori della stella" ( Sternisnger). Sulle porte delle case visitate i ragazzi spesso scrivono in gesso la data del loro passaggio e tre sigle usuali che forse sarebbero quelle di  Caspar, Melchior e Balthasar.
Alle usanze di alcune zone tedesche non sfugge neanche la Merkel come si può vedere in alcune foto.

Approfondimento : 6 gennaio in Germania


infine segnaliamo affresco paleocristiano sui Re Magi a Villagrazia di Carini -Pa (vedi foto)